Certificazione della Parità di Genere o Rapporto biennale delle Pari Opportunità? Le differenze
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Le azioni intraprese a livello legislativo per combattere il gender gap si vanno moltiplicando. Alcune però hanno carattere di obbligatorietà, altre no. Facciamo un po’ di chiarezza.
Il Rapporto biennale delle Pari Opportunità
Il Rapporto biennale delle Pari Opportunità costituisce un obbligo di legge per tutte le aziende sopra i 50 dipendenti. Il Rapporto deve essere redatto sia in relazione al complesso delle unità produttive e delle dipendenze, sia in riferimento a ciascuna unità produttiva con più di 50 dipendenti. Il Rapporto aiuta a fotografare l’azienda rispetto al numero di persone suddivise per sesso, le differenze tra le retribuzioni iniziali, l’inquadramento contrattuale e l’importo della retribuzione complessiva – bonus compresi. Le imprese sotto ai 50 dipendenti possono comunque scegliere di redigere volontariamente il rapporto.
Un’opportunità per rinnovare i processi imprenditoriali: la Certificazione della Parità di Genere
La Certificazione della Parità di Genere invece è volontaria e si basa sulla prassi UNI Pdr 125:2022, restituendo il posizionamento dell’organizzazione rispetto a dei KPI ben definiti che riguardano 6 aree di indagine.
Quale legame intercorre tra la Certificazione della Parità di Genere e il Rapporto Biennale delle Pari Opportunità?
Francesco Iasi, PM e Senior Legal Consultant di Variazioni, spiega in che modo il Rapporto biennale e la Certificazione della Parità di Genere possono essere collegati:
“La Certificazione della Parità di Genere e il Rapporto biennale obbligatorio sopra i 50 dipendenti non sono necessariamente collegati, anche se in un certo senso possono essere considerati come due modi differenti per promuovere l'uguaglianza di genere nell'ambiente di lavoro. La Certificazione della Parità di Genere è un processo volontario e volto a dimostrare l'impegno dell'azienda nell'uguaglianza di genere che porta oggettivi vantaggi alle imprese - premialità nei bandi, sgravi fiscali, brand reputation. Il report obbligatorio sopra i 50 dipendenti, invece, è l'obbligo normativo di relazionare sulla situazione del personale dell'organizzazione, differenziando i dati tra uomini e donne per verificare eventuali trattamenti disparitari. Un certo legame possiamo ritrovarlo se guardiamo la documentazione da produrre: un'organizzazione (che abbia più o meno di 50 dipendenti) che affronta l'audit per la Certificazione con il Rapporto biennale già presentato ha un elemento oggettivo in più da produrre per dimostrare il suo posizionamento, ma sono assolutamente due cose molto diverse.”