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I dati di LinkedIn di novembre mostrano che lo Smart Working non è una misura emergenziale

Manuela Cortesi 

Content Manager

C’è un’imprenditoria che rivuole le persone in ufficio alle loro scrivanie. A livello mondiale calano le offerte con l’opzione di lavoro a distanza, ma i dati non mentono: indietro non si torna.

smart working 2023

Meno offerte di lavoro in Remote Working

Il dibattito sul “ritorno in ufficio” perdurerà anche nel 2023. I dati diffusi da LinkedIn a novembre(*) mostrano che in tutto il mondo le offerte di lavoro con possibilità di Remote Working stanno diminuendo, segno questo di una ritrovata vitalità dello stile imprenditoriale che vuole riportare i lavoratori negli uffici. Negli Stati Uniti, per esempio, la quota di annunci di lavoro da remoto è diminuita di 5 punti percentuali rispetto ad aprile, quando ha raggiunto il picco del 20%. Lo stesso calo, con oscillazioni variabili, si registra anche in Europa.

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Offerte di lavoro negli Stati Uniti: sono in calo le proposte di lavoro ibrido, ma parallelamente aumentano le candidature. [Fonte: LinkedIn]


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Anche in Europa e in India il mercato del lavoro assiste al medesimo trend. [Fonte: LinkedIn]

 

Smart, please!

Il cambio di rotta – un ritorno in ufficio a livelli pre-pandemici – è realisticamente percorribile? Il mercato del lavoro sta rispondendo con un secco no. Emblematico è l’esempio degli Stati Uniti: a ottobre solo un annuncio di lavoro su sette offriva come opzione il lavoro a distanza, ma questi annunci hanno attirato più della metà di tutte le candidature. Lo stesso trend si conferma anche in Europa: meno offerte in remoto rispetto a febbraio, che però cannibalizzano un numero sproporzionato di candidature in confronto alle offerte di lavoro solo in sede. Il mercato del lavoro quindi si sta differenziando tra proposte di lavoro ibrido o solo in sede: il primo è uno scenario che si sta raffreddando a fronte di volumi di richieste più ampie dell’offerta, mentre la platea dei rispondenti alle offerte di lavoro solo in sede diventa sempre più stretta.

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La vita è una

La cultura aziendale basata sul controllo e sulla presenza sta cercando di riprendere spazio, tentando di relegare lo Smart Working a una parentesi legata all’emergenza. Ma i dati LinkedIn suggeriscono che le persone ricercano flessibilità e non intendano rinunciarvi, nonostante le offerte di lavoro da remoto siano in calo. I lavoratori continuano a dare la priorità alla flessibilità e all’equilibrio tra lavoro e vita privata anche dopo la fine dell’emergenza Covid. Insomma, le aziende che puntano all’eccellenza dovranno adattarsi alle esigenze delle persone per rimanere resilienti e competitive.

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