Cambiare la cultura aziendale: l’importanza del percorso verso la Certificazione di genere
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Nella classifica del Global Gender Gap Index, che misura il divario di genere in termini di partecipazione economica e politica, salute e livello di istruzione, l’Italia si colloca al 63esimo posto su 146 Paesi, dopo Uganda (61esima) e Zambia (62esima). A livello di Europa l’Italia è 25esima su 35 Paesi.
Incentivare la riduzione del gap
La Certificazione della parità di genere è stata introdotta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per motivare le organizzazioni ad adottare Policy atte a ridurre il gap di genere, soprattutto per quanto riguarda quegli aspetti dove le disparità sono più percepite: opportunità di crescita in azienda, gender pay gap, gestione delle differenze di genere e, last but not least, tutela della maternità.
I vantaggi di ottenere la certificazione di genere
Le organizzazioni che otterranno la certificazione potranno usufruire di:
- Uno sgravio contributivo fino a 50mila euro all’anno;
- Un punteggio premiale per la concessione di aiuti di stato e/o finanziamenti pubblici in genere;
- Punteggio più alto nei bandi di gara per l’acquisizione di servizi e forniture;
- Una maggiore attrattività e retention nei confronti dei lavoratori.
I parametri
Il Dpcm del 29 aprile 2022 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 1° luglio) ha fissato i parametri in base ai quali le aziende potranno avere la certificazione in base alla Prassi di riferimento Uni 125:2022.
La Prassi fissa una serie di Kpi (key performance indicator), suddivisi in sei aree:
- Cultura e strategia (15% del valore complessivo) → Si tratta di verificare che principi e obiettivi di inclusione, parità di genere e attenzione alla gender diversity dell’organizzazione siano coerenti con la sua visione, le finalità e i valori che caratterizzano l’ambiente di lavoro.
- Governance (15%) → Valutazione del modello di governance dell’organizzazione: adeguati presidi organizzativi, presenza del genere di minoranza negli organi di indirizzo e controllo dell’organizzazione, nonché la presenza di processi volti a identificare e rimediare a qualsiasi evento di non inclusione.
- Processi HR (10%) → Grado di maturità dei principali processi relativi ai diversi stadi che caratterizzano il ciclo di vita di un lavoratore/lavoratrice nell’organizzazione basati su principi di inclusione e rispetto delle diversità.
- Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda (20%) → Verifica delle possibilità di accesso ai percorsi di carriera e di crescita interni e la relativa accelerazione.
- Equità remunerativa per genere (20%) → Grado di maturità delle organizzazioni in relazione al differenziale retributivo in logica di total reward (riguardante anche compensi non monetari quali sistemi di welfare e well-being).
- Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro (20%) → Presenza di politiche a sostegno della genitorialità nelle diverse forme e l’adozione di procedure che facilitino e supportino la presenza anche di donne con figli e figlie in età prescolare.
Ogni area ha un peso percentuale nella valutazione dell’organizzazione complessiva e a ciascun indicatore è associato un punteggio. L’azienda deve raggiungere uno score minimo di sintesi complessivo del 60%, e la verifica si ripeterà con cadenza annuale.
La Certificazione della parità di genere con Variazioni
Cambiare la cultura aziendale per disincentivare prassi discriminatorie è un fondamentale passo per migliorare il benessere non solo delle donne, ma di tutta l’organizzazione: i vantaggi, oltre a quelli ottenibili dalla certificazione, saranno tangibili in ottica di work-life balance, minor tasso di dimissioni e aumento della produttività.
✅ Grazie a una partnership con un ente certificatore riconosciuto, Variazioni accompagna le organizzazioni nel percorso di cambiamento culturale per l’ottenimento della certificazione.