Il Lavoro Agile nella Pubblica Amministrazione
PM & Senior Legal Consultant
In collaborazione con Maurizio Del Conte
Giuslavorista, Professore Presso l’Università Bocconi di Milano, Presidente AFOL Metropolitana e Presidente ANPAL
Il 30 novembre 2021 si è concluso il confronto tra il Governo e le Organizzazioni Sindacali che ha portato alla definizione delle linee guida per l’applicazione dello Smart Working nella Pubblica Amministrazione.
È un passaggio molto importante che conferma l’importanza e la centralità del Lavoro Agile nel futuro prossimo all’interno PA.
Le linee guida del Lavoro Agile nella PA
Per quanto riguarda la disciplina del Lavoro Agile nella PA, nelle linee guida, viene fatto pieno riferimento a quanto già indicato dalla Legge n. 81/2017. Ulteriore conferma, dopo quella avuta con il Protocollo sul Lavoro Agile nel settore privato, che il perimetro normativo di riferimento ad oggi in vigore è valido ed efficace: non è necessario iper-normare lo Smart Working.
Tra gli aspetti di maggior interesse vi è poi la previsione che l’accesso al Lavoro Agile debba essere consentito a tutti i lavoratori e le lavoratrici, al di là della durata del contratto (indeterminato o determinato) e dalla tipologia di orario di lavoro (full time o part time). Dunque, si denota la volontà di estendere lo strumento al maggior numero possibile di dipendenti.
Restano però esclusi coloro che lavorano in turno e coloro che utilizzano strumentazioni non remotizzabili.
Al punto 5 delle linee guida viene evidenziata l’importanza di percorsi di formazione ad hoc, utili a governare questo cambiamento culturale all’interno della PA, riguardanti temi quali l’empowerment, la delega decisionale, la collaborazione e la condivisione delle informazioni.
Quanto fin qui detto è pienamente in linea con il nostro pensiero. Infatti, abbiamo sempre richiesto di non intervenire con modifiche sull’attuale disciplina normativa e riteniamo, anche sulla scorta dell’esperienza nel lavoro quotidiano con la PA, che la leva culturale (tramite la formazione della classe dirigente in primis) sia prioritaria per agire un importante cambiamento organizzativo.
Al netto di tutti gli elementi di positività elencati, a nostro avviso il testo presenta alcuni elementi sui quali va posta l’attenzione.
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Il lavoro in presenza deve essere prevalente
Fino al 15 ottobre scorso la maggior parte dell’attività della PA, soprattutto nel periodo di lockdown, è stata effettuata da remoto. Questa esperienza ha consentito di vincere delle resistenze culturali e, sopratutto nelle Amministrazioni che hanno scelto da tempo di intraprendere la valorizzazione del Lavoro Agile, ha evidenziato comportamenti e risultati virtuosi.
Auspichiamo che il criterio del lavoro “prevalentemente in presenza” non rallenti un cambiamento organizzativo e culturale che può innovare la PA, generando risultati soddisfacenti per i cittadini e il Paese.
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La rotazione del personale autorizzato alla prestazione di Lavoro Agile
In merito a questo aspetto, l’auspicio è che questa si intenda a pieno regime, ovvero una rotazione costante e prevista fin da subito per tutti i lavoratori e le lavoratrici destinatari dell’azione. Infatti, una rotazione parziale (es. per 6 mesi effettuano lavoro agile il 50% dei dipendenti e per i restanti sei mesi l’altro 50%) potrebbe rendere il Lavoro Agile nella PA uno strumento di welfare e non un cambiamento organizzativo strutturale.
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L’individuazione delle attività effettuabili in Lavoro Agile da parte dell’Amministrazione (previo confronto con le Organizzazioni Sindacali)
A nostro parere sarà importante individuare le attività eseguibili in modalità agile non con un approccio top-down, ma tramite un processo di co-progettazione che coinvolga tutti gli attori interni che giocano un ruolo importante in questo percorso di cambiamento, dunque sia lato Amministrazione (Dirigenti e Funzionari in primis fino al maggior livello possibile di prossimità) sia lato Organizzazioni Sindacali.
Ora, per poter comprendere l’efficacia delle linee guida si dovrà attendere da un lato la contrattazione collettiva e dall’altro l’azione di ogni singola Amministrazione attraverso i Piani integrati di organizzazione e attività (Piao), come anche dichiarato dal Ministro Brunetta.
Saranno due snodi cruciali per far sì che il Lavoro Agile, inteso come strumento di innovazione organizzativa, possa trovare concreta applicazione nella PA e soprattutto che non si creino i presupposti per comprimerlo a lavoro da remoto o telelavoro.
In conclusione, si può essere soddisfatti per il fatto che il cammino del Lavoro Agile nella PA non si sia interrotto. Al contrario, è stato confermato come pienamente in corsa senza la necessità di un intervento normativo ad hoc, ma facendo pieno ricorso alla Legge n. 81/2017.
Il cambiamento è in corso. Ora spetterà ad ogni singola Amministrazione scegliere di abbracciarlo.
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