Bilancio di sostenibilità
Obblighi, contesto e soprattutto opportunità per lo strumento che può testimoniare la tua svolta sostenibile
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Bilancio di sostenibilità secondo la CSRD
Cosa cambia con la nuova Corporate Sustainability Reporting Directive? Chi riguarda il bilancio di sostenibilità? Cosa dicono i nuovi standard dell’EFRAG (ESRS) sul reporting?
Bilancio di sostenibilità e PMI
La mia organizzazione può fare il bilancio anche se non rientra nell’obbligatorietà? Mi conviene o non mi conviene fare il bilancio di sostenibilità?
Il reporting di sostenibilità significa non limitarsi a esporre semplicemente le performance finanziarie di un’organizzazione; è piuttosto un documento che mette in luce gli impatti sociali e ambientali delle sue attività.
La compilazione di tale bilancio è un’attività che può portare numerosi benefici a tutte le organizzazioni, anche a quelle che non ricadono nell’obbligatorietà normativa, quali le PMI non quotate. La sua pubblicazione è importante perché evidenzia l’impegno dell’azienda verso la responsabilità sociale e ambientale, dimostrando trasparenza e condivisione di informazioni accurate. Ciò contribuisce a costruire una reputazione solida nel lungo periodo.
Se affrontato nel modo corretto, oltre a migliorare la trasparenza e promuovere lo sviluppo sostenibile, il bilancio di sostenibilità può implementare le performance aziendali, fornire un vantaggio competitivo. Investire nella creazione di un bilancio di sostenibilità solido può avere un impatto significativo sull’immagine, la reputazione e il successo a lungo termine di un’azienda.
Sono oltre 4mila sono in Italia le organizzazioni che dovranno fare il reporting di sostenibilità (49mila in tutta Europa).
Il bilancio di sostenibilità dimostra l'impegno dell'azienda verso gli stakeholder. Questa trasparenza può aumentare la fiducia dei clienti, degli investitori e della comunità nei confronti dell'azienda, contribuendo a costruire una reputazione solida e di lungo termine.
Attraverso la misurazione e la gestione degli impatti non finanziari le aziende possono identificare aree di miglioramento e adottare strategie più sostenibili per una maggiore efficienza.
Il bilancio di sostenibilità aiuta le aziende a identificare e gestire i rischi legati agli impatti sociali e ambientali delle proprie attività. La gestione proattiva dei rischi consente alle aziende di adottare misure preventive e mitigarne eventuali conseguenze negative.
Il bilancio di sostenibilità facilita l'ottenimento di finanziamenti a condizioni più vantaggiose, oltre ad aiutare nei rapporti con gli istituti assicurativi e nell'accesso a punteggi premiali nei bandi.
Il 16 dicembre scorso è stata ufficialmente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la nuova Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) – Direttiva (UE) 2022/2464 -, la quale apporta modifiche significative alle regole riguardanti la rendicontazione aziendale sulla sostenibilità, entrando in vigore a partire da gennaio 2024.
Questa direttiva, che sostanzialmente rivede le disposizioni della precedente 34/2013, fa parte del pacchetto normativo dell’Unione Europea sulla finanza sostenibile, in sintonia con l’Agenda Verde e l’Accordo di Parigi.
L’obiettivo principale della CSRD è quello di migliorare la qualità, la trasparenza e la comparabilità delle informazioni aziendali riguardanti la sostenibilità. Ciò mira a favorire un sistema economico e finanziario europeo più sostenibile ed inclusivo, mentre contrasta pratiche di greenwashing. In sostanza, rappresenta un altro passo avanti verso la giusta transizione.
Gli Stati membri dell’Unione Europea ora hanno 18 mesi di tempo per incorporare le nuove disposizioni nella propria legislazione nazionale, con una scadenza entro luglio 2024.
Bilancio di sostenibilità secondo la CSRD
Cosa cambia con la nuova Corporate Sustainability Reporting Directive? Chi riguarda il bilancio di sostenibilità? Cosa dicono i nuovi standard dell’EFRAG (ESRS) sul reporting?
Con l’introduzione della CSRD, il campo delle aziende coinvolte nella redazione dell’informativa di sostenibilità si espande significativamente rispetto alla precedente NFRD (Non-Financial Reporting Directive): l’Unione Europea stima che il numero di società che attualmente preparano la Dichiarazione Non Finanziaria (DNF) aumenterà da 11.700 a circa 49.000, di cui 4.000 solamente in Italia.
Grandi imprese non quotate che superino almeno due dei seguenti criteri dimensionali: 250 numero medio di dipendenti; € 25 milioni di stato patrimoniale; € 50 milioni di ricavi netti.
Imprese per le quali la capogruppo abbia generato in UE ricavi netti superiori a € 150 milioni e almeno un’impresa figlia soddisfi i requisiti dimensionali della CSRD, e/o una succursale abbia generato ricavi netti superiori a € 40 milioni nell’esercizio precedente.
Il bilancio di sostenibilità può consentire di:
C’è inoltre una conseguenza indiretta che riguarderà molte PMI che collaborano con organizzazioni che ricadono nell’obbligatorietà della CSRD: che le organizzazioni obbligate alla rendicontazione sono tenute a raccogliere informazioni sulla catena del valore su alcuni temi previsti dagli standard: per esempio, le emissioni scope 3 di gas a effetto serra (GHG), policy relative ai lavoratori, informazioni sui processi aziendali per mitigare gli impatti negativi, azioni per far fronte ai rischi ecc.
Bilancio di sostenibilità e PMI
La mia organizzazione può fare il bilancio anche se non rientra nell’obbligatorietà? Mi conviene o non mi conviene fare il bilancio di sostenibilità?
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